VISITA A BARBIANA NEL 50° della morte di Don LORENZO MILANI

Ci alziamo di buon ora, dobbiamo essere a BARBIANA per le nove in quanto è il nostro turno, poi arriveranno altri gruppi di visitatori. In rappresentanza della Misericordia di Lari, ci siamo io, Paolo e Anna poi Don Armando con alcuni suoi parrocchiani e siamo abbinati ad un gruppo della Diocesi di S. Miniato accompagnati dal Vescovo Andrea Migliavacca.

Usciamo a Barberino del Mugello e fatto qualche chilometro ci inerpichiamo per la salita ombrosa e molto stretta che porta verso la chiesa di Barbiana. Siamo sui monti del Mugello, verdissimi. Fa caldo e qui troviamo un po’ di ristoro. Qualche casa isolata poi niente più e finisce anche la strada asfaltata di recente.

Ci fermiamo perplessi se continuare per una stradina bianca lungo la pendice del monte poi Paolo decide di continuare e come quasi sempre sulle strade da percorrere ha avuto ragione. Arriviamo diritti alla Chiesa e siamo i primi del nostro Gruppo. Il complesso formato da Chiesa, campanile, canonica, abitazione del Parroco, scuola, piccola piscina costruita negli anni ’60 da don Milani e da i suoi ragazzi è tutto. Sotto a questo piccolo agglomerato a breve distanza si intravede il piccolo Cimitero dove si trova sepolto Don Milani morto a soli 44 anni stroncato da un male terribile. Sulla porta della chiesa una stampa  informa che è rimasto tutto come allora. Non è cambiato niente e dovrà tutto il complesso rimanere così come è stato in origine, semplice, essenziale, a testimonianza dello stile di chi lo ha abitato.

Arriva intanto il prof. Toschi, lucchese, studioso di Don Milani che saluto volentieri. Io ho avuto il piacere di conoscerlo quando lavoravo a Cascina. Ricordiamo che eravamo insieme quando andammo in delegazione nel Saharawi a portare  gli aiuti umanitari. Lui allora era assessore alla Regione Toscana ed io  in quella delegazione rappresentavo l’Amministrazione Comunale, mentre Paolo era uno degli autisti dei camion che avremmo poi lasciato nel deserto a quella popolazione.

Arrivano gli altri, ci uniamo al gruppo e visitiamo la scuola. Ci accompagna il primo “ragazzo” di don Milani, oggi naturalmente con i capelli bianchi. Racconta….

Don Lorenzo arrivò a Barbiana nel ’54, a 31 anni.  Era uno dei parroci più brillanti della diocesi fiorentina e applicava, come testimonianza religiosa  il Vangelo, nella vita quotiana, alla lettera.

 Il suo fu semplicemente un esilio perché scomodo alla potente Chiesa  di allora. Considerato ribelle  non trovarono cosa migliore che allontanarlo con destinazione in un luogo isolato.  Barbiana negli anni ’50 era veramente il confino, una punizione. Non c’era la luce ne l’acqua.  Una strada disastrosa portava ad una chiesa sperduta tra i monti con circa 40 case dislocate tra i campi e il bosco dove poveri contadini  campavano lavorando una terra poco generosa.  Non si oppose e seguì il suo destino consapevole che era considerato “fuori” dalla sua chiesa. E questo fatto lo tormentò per tutta la sua breve vita. Chiese più volte che il suo impegno fosse riconosciuto come lavoro di un prete appartente alla Chiesa cattolica, ma fu sempre ignorato e questo riconoscimento non l’ebbe mai. L’ha fatto Papa Francesco nella sua visita a Barbiana, 50 anni dopo!

Ma la grandezza di don Lorenzo Milani è che riuscì a trasformare la sua “punizione” in qualcosa di grande a favore di quei poveri contadini. A beneficio degli ultimi come il Vangelo, che lui praticava, indicava.

Il Priore

 

Solidarietà a Don Armando Zappolini

Caro Armando, ti esprimo convintamente a nome della Misericordia tutta e mio personale la mia vicinanza e solidarietà perchè come parroco hai sempre messo in pratica il Vangelo nella vita quotidiana, perchè come uomo il tuo impegno civile è stato ed è costante a favore degli ultimi e di coloro che hanno bisogno di aiuto sfidando spesso le convenzioni, le consuetudini, il potere. Grazie Don Armando, vai avanti con l’impegno e la tenacia di sempre!
Franca Mencacci, Priore della Misericordia di Lari